Non so cosa voglio scrivere, ma ho bisogno di farlo, sono tornata a casa da scuola con il bisogno di scrivere. non mi importa se nessuno leggerà mai queste parole, se non saranno condivise o altro, io scrivo perché ne ho bisogno, devo sfogarmi e dare spazio ai miei pensieri. le mie dita scorrono sulla tastiera quasi involontariamente, ho bisogno di sfogarmi, nessuno nella vita reale mi capisce...
la mia famiglia si preoccupa della mia salute, si limitano a dire "mangia" senza capire perché non mangio. soprattutto mia madre che si siede a tavola di fronte a me e osserva ogni cosa che metto in bocca "non me ne vado finché non finisci tutto, devi mangiare". forse lo fa per me, perché mi vuole aiutare, ma non capisce che questo è il modo sbagliato.
mi sento soffocare da tutta questa gente, vorrei sparire nell'ora dei pasti per evitare di essere fissata dagli occhi indiscreti di tutti e dalle loro parole taglienti che escono dalle bocche come lingue di fuoco senza un reale interesse ma non fanno altro che ferire , forse non vogliono ferirmi, ma lo fanno. "non mangi? dai non fare l'anoressica". questa parola mi suona così strana e mi risuona come un eco nella mia testa... io non voglio essere anoressica, io voglio essere felice, e mangiando non divento felice, ma vengo sommersa da rimorsi e sensi di colpa come se le immagini di ciò che ho mangiato mi perseguitassero come fantasmi senza darmi tregua e lasciarmi solo tanta, tanta tristezza.
"sei troppo magra, ora basta" dice B., la mia migliore amica, nemmeno lei capisce, e io ho paura di parlarle, ho paura che sia come gli altri, che non capisca e se le parlo mi sento ancora più vuota dentro.
nessuno sa di questo blog, è un segreto, è una cosa mia, è la mia via d'uscita, una sorta di sfogo quotidiano, uno scorcio di libertà che mi permette di essere me stessa, libera di esprimere ciò che provo e di essere capita, forse. è anche una motivazione che mi spinge ad andare avanti, a non abbattermi, a non stare tutto il giorno in pigiama sdraiata sul letto a guardare immagini di corpi perfetti e fare incessanti e inevitabili paragono col mio.
mi sento affogare, ho voglia i urlare, ho bisogno di riemergere, di sollevare la testa e respirare una boccata d'aria fresca, ho voglia di stare sola, di bastarmi e di essere felice con me stessa. ma questo non accade, odio il mio corpo e cerco di legarmi agli altri finchè non respingo tutti e rimango nuovamente sola.
Un consiglio. Non capisci un cazzo, non dare la colpa ai tuoi genitori o la tua amica che non ti capiscono, sei te che sei una matta, tipo quelli che si credono Giulio Cesare o Napoleone. Sei uguale uguale. Mangiati una cosa, scema de guerra...
RispondiEliminaEcco, sei esattamente l’esempio concreto di quanto ho scritto sopra.
EliminaDici che sono matta? Forse si, forse no… sto solo attraversando un periodo burrascoso della mia vita dal quale non trovo via d’uscita. Al contrario di quello che dici, non mi credo nessuno e sto solo cercando di capire chi sono davvero.
Forse quello poco sano di mente (per usare un eufemismo) se tu. Mi dispiace se c’è qualcosa che va così male nella tua vita da ritrovarti a insultare gente che non conosci su blog vari, perché dubito fortemente che tu sappia cosa sto passando, altrimenti non avresti scritto queste cose.
I tuoi insulti non mi feriscono, se questo era il tuo intento mi dispiace, hai fallito. Anziché fare lo psicologo analizzando gli altri e dire cosa va o non va nella loro vita, cosa sbagliano, chi sono o chi si credono di essere, perché non analizzi te stesso? Con un bell’esamino di coscienza magari ti rendi conto di che cosa ti fa star male o che cosa ti rende così frustato da doverti sfogare sugli altri, a me non ha dato fastidio, ma ci sono ragazze che possono sentirsi davvero ferite dalle tue parole. È un consiglio, sei liberissimo di non ascoltarmi, ma vacci piano, le parole possono ferire sul serio, soprattutto chi sta attraversando un periodo difficile.